The good behavior game: una breve rassegna

 Il gioco del buon comportamento è nato negli Stati Uniti e dal 1967 a oggi è stato oggetto di oltre 60 pubblicazioni scientifiche. In questo articolo P.R. Joslyn, J.M. Donaldson, J.L. Austin e T.R.Vollmer presentano sinteticamente alcune applicazioni del Good Behavior Game (GBG) in nuovi contesti, alcune variazioni procedurali, nuovi metodi di raccolta dati e indicazioni generali per la ricerca futura.

Tradizionalmente il GBG viene implementato dividendo una classe in squadre con l’introduzione di alcune regole comportamentali, la restituzione di un feedback alle varie squadre in merito al rispetto delle regole e l’accesso ad un rinforzatore finale per la squadra che ha avuto il comportamento migliore. Per quanto riguarda l’applicazione di questa particolare contingenza di gruppo, gli autori sottolineano che mentre fino a poco tempo fa era una strategia usata soprattutto con i bambini della scuola primaria, ultimamente essa è stata estesa a studenti di diversi ordini di scuola fino all’università, comprendendo un’ampia gamma di popolazioni studentesche, compresi alunni con disturbi comportamentali e storie di delinquenza sociale. In merito alle variazioni procedurali, alcuni ricercatori (Wahl et. al., 2016) hanno invertito le contingenze: i punti, cioè, vengono assegnati per seguire le regole e non per infrangerle, ma non si sono registrate particolari differenze negli effetti. Altri studiosi hanno manipolato specifiche componenti del GBG: Foley, Dozier e Lessor (2019), hanno condotto un’analisi delle componenti dimostrando che il GBG può determinare una riduzione di comportamenti problema solo quando è implementato interamente (esplicitazione delle regole; feedback, criterio da raggiungere; rinforzatore finale).

A proposito della raccolta dati, è stato osservato che solitamente il GBG è implementato da insegnanti e sperimentatori: nel primo caso l’integrità procedurale è bassa, anche se l’effetto resta il decremento dei comportamenti problema. Negli ultimi anni i ricercatori hanno iniziato a raccogliere dati su alcuni effetti indiretti: Donaldson suggerisce in particolare di usare il GBG come strumento di screening a livello di classe per identificare studenti che potrebbero richiedere interventi personalizzati come ad esempio un assessment delle preferenze.

I meccanismi comportamentali alla base del GBG sono concentrati sul numero di punti che una squadra ha accumulato rispetto all’altra squadra: essi possono rappresentare sia stimoli discriminativi sia rinforzatori condizionati o punizioni. Vale a dire che il numero dei punti guadagnato da una squadra è discriminativo per la disponibilità di accedere ad un rinforzatore e vincere la partita. (Ricordiamo che nell’implementazione tradizionale, se c’è un confronto tra due o più squadre, vince la squadra che ha accumulato meno punti).

Essendo il GBG una contingenza di gruppo interdipendente, Groves e Austin (2019), hanno dimostrato che esso sviluppa un’appropriata interazione tra pari. Pochi studi hanno valutato il GBG con studenti che manifestano comportamenti inappropriati molto severi: in uno studio recente, Joslyn e Vollmer (2020), hanno dimostrato l’efficacia del GBG implementato da alcuni insegnanti per produrre una sostanziale riduzione di comportamenti problematici in studenti che in passato avevano manifestato disordini comportamentali così gravi (aggressioni ad insegnanti ed altri studenti, uso di droghe) da essere spostati in ambienti scolastici più restrittivi.

Soggetti e setting

Gli insegnanti e gli studenti appartengono a 2 classi della scuola secondaria di primo grado e ad 1 classe della scuola primaria. Ogni classe è composta di 6-8 alunni, dai 7 ai 13 anni. A causa dei numerosi e severi comportamenti problema, nell’ambiente scolastico sono costantemente presenti dispositivi di emergenza ed agenti di polizia. Durante la fase di baseline e durante l’implementazione dell’intervento sono presenti gli sperimentatori autori dell’articolo.

Definizione della variabile dipendente

Gli sperimentatori hanno chiamato il comportamento target talking out, definito operazionalmente come ogni vocalizzazione udibile emessa da uno studente senza aver ricevuto prima il permesso dell’insegnante. Ciò comprende nel dettaglio le seguenti topografie di comportamento: urlare, dire parolacce o usare un linguaggio offensivo, emettere commenti inappropriati in risposta alle istruzioni dell’insegnante, minacciare gli insegnanti e parlare con gli altri studenti.

Disegno di ricerca e procedura

Come disegno di ricerca per valutare gi effetti dell’implementazione del GBG, è stato scelto un multiple baseline non concurrent tra le 3 classi, con un reversal solo per la prima classe della scuola secondaria e la classe della scuola primaria. Le sessioni sono state di 30 minuti ciascuna e si è arrivati ad un massimo di 5 sessioni a settimana. I dati sono stati raccolti sia dagli sperimentatori che dagli insegnanti stessi. Bisogna rilevare che questi ultimi hanno ricevuto un training specifico per l’implementazione.

Durante le sessioni di baseline non sono state apportate modifiche alle contingenze già presenti nella classe prima dell’intervento. Nel momento dell’introduzione dell’intervento gli insegnanti hanno seguito una sorta di protocollo base: prima di tutto, dopo aver creato le squadre, è necessario spiegare e scrivere le regole alla lavagna. Le regole da rispettare erano 2: prima di parlare lo studente deve alzare la mano e ricevere il permesso dall’insegnante; alla stessa maniera, prima di alzarsi e lasciare il proprio posto, lo studente deve alzare la mano e ricevere il permesso dall’insegnante. In seguito è stato spiegato il criterio di assegnazione dei punti: viene dato un punto ad una squadra ogni volta che essa infrange una regola ed ogni infrazione riceverà un feedback descrittivo; la squadra vincitrice è quella che alla fine della partita avrà accumulato il minor numero di punti. Prima dell’inizio del gioco sono stabiliti anche i rinforzatori (ricompense) per la squadra vincitrice.

Risultati e discussione

I risultati mettono in evidenza che l’implementazione del GBG come strategia di intervento ha diminuito in maniera significativa il rate del talking out (comportamento target) con una percentuale media tra le 3 classi che si attesta intorno all’83%. Gli sperimentatori hanno condotto una sessione di follow up solo nella classe della scuola primaria e hanno visto che l’insegnante aveva continuato ad implementare il GBG anche in loro assenza. Sicuramente questa sperimentazione presenta anche diverse limitazioni applicative: per annotare i punti è stato piuttosto macchinoso scriverli sulla lavagna; soprattutto dal punto di vista temporale, l’uso di strumenti tecnologici avrebbe ridotto lo sforzo della risposta aumentando contemporaneamente l’accuratezza. Altri aspetti da migliorare riguardano la misurazione dell’integrità procedurale con la creazione di una checklist ad hoc e i metodi utilizzati per testare la validità sociale, in quanto probabilmente la presenza degli sperimentatori durante le interviste potrebbe aver aumentato la probabilità delle risposte in favore del GBG.

Questo studio dimostra, dunque, che gli insegnanti, con soli 20 minuti di training specifico, nonostante un basso livello di integrità procedurale, sono stati in grado di implementare il GBG con successo, ottenendo una sostanziale riduzione dei comportamenti inappropriati. Sarebbe interessante che future ricerche investigassero maggiormente gli effetti a lungo termine di questa contingenza di gruppo anche dal punto di vista degli insegnanti che la utilizzano.

Bibliografia

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Scritto da: Dott.ssa Chiara Vecchiotti

Dott.ssa in lingue e letterature straniere, in possesso del diploma di specializzazione all’insegnamento secondario in lingua e letteratura francese e del diploma di specializzazione per il sostegno polivalente. Attualmente lavora come docente di sostegno presso l’Istituto Comprensivo di Fara Filiorum Petri, dove svolge anche la funzione di docente referente per l’inclusione. Ha frequentato diversi corsi di formazione organizzati dall’ambito territoriale riguardanti il rapporto tra l’analisi applicata del comportamento e la scuola. Ha partecipato al corso di formazione come RBT ed è ha concluso il Master ABA di I livello, organizzato dal Consorzio Universitario Humanitas ..